Colore giallo paglierino piuttosto spiccato. Al naso sono caratteristiche le note di frutta fresca e fiori primaverili di mela verde e pesco. In bocca colpisce la pienezza del suo medio corpo che dà un corpo rotondo, piacevole, equilibrato, perfettamente coerente con la tipicità di questo vitigno del Pesarese.
Il nome deriva dall’artigiano che costruisce le botti ‘bottaio’, in dialetto ‘bottaro’ (Il bottaio Leone). Si pensa che un tempo Mo’ potesse essere la forma abbreviata di Maestro. Pertanto il Maestro bottaio Leone.
La Cantina Bruscia rappresenta l’attuale capitolo di una lunga tradizione famigliare che, iniziata in tempi lontani, dalla prima metà del XIX secolo, si tramanda la cultura e i valori dell’arte enologica. Ciascun discendente di ben quattro generazioni, a partire da Bruscia Modesto, vive, lotta e ama il proprio lavoro di viticoltore, trasudando tanta fatica ma ottenendo grandi soddisfazioni. Il patrimonio viticolo si sviluppa con il figlio Bruscia Vittorio, che si distingue già per la produzione di un ottimo vino proveniente dalle uve del Bianchello del Metauro, Sangiovese, Cabernet e Sauvignon. A Spicello, una piccola frazione del comune di San Giorgio di Pesaro, nasce il primo vigneto, piantato da Bruscia Osvaldo, il primogenito di Vittorio e Adele Filippetti. Poi continua la storia della Cantina Bruscia. Negli anni ’60 il duro lavoro e lo spiccato spirito imprenditoriale porta la famiglia Bruscia ad essere proprietaria di svariati appezzamenti di terreno, sviluppando particolarmente la viticoltura in 30 ettari di terreno.